Comunità di San Leolino
Opera di Santa Maria del Fiore
Servizio Nazionale per il Progetto Culturale
in collaborazione con “Toscana Oggi”
Mario Luzi. L’umanesimo della poesia
Firenze-Panzano in Chianti
14-15 novembre 2014
Convegno di studi in preparazione
al Convegno ecclesiale di Firenze
Nel Centenario della nascita
(1914-2014)
L’uomo:
si imparò qui a Firenze
a dire questa parola
con particolare intenzione;
come intendendo un prodigio
in cui la creazione
si fosse identificata
con il creatore;
o come di un mistero
di cui fosse impossibile
delineare i contorni.
Mario Luzi
Programma
Venerdì 14 novembre 2014
Firenze, Sala “Luca Giordano”
di Palazzo Medici Riccardi (via Cavour 3)
Ore 16
Saluti
Ernesto Diaco
Progetto Culturale Cei
Francesco Gurrieri
Opera di S. Maria del Fiore
Prima sessione – ore 16.30-19
Coordinate di un’avventura poetica
Presiede i lavori Giuseppe Langella
Direttore del Centro di ricerca «Letteratura e cultura
dell’Italia Unita», Università Cattolica di Milano
La movimentata letizia di un poeta
Davide Rondoni
Direttore del Centro di Poesia Contemporanea
dell’Uni-ver-si-tà di Bologna
Mario Luzi e l’umanesimo fiorentino
Carmelo Mezzasalma
Docente di Letteratura italiana
presso l’Istituto «Marsilio Ficino» di Figline Valdarno
Al termine, presentazione del volume sulla visita di Giovanni Paolo II a Firenze e degli Atti del convegno su Italo Alighiero Chiusano
Omaggio a Mario Luzi
Firenze, Cattedrale di S. Maria del Fiore
ore 20.45
Saluto
card. Giuseppe Betori
Arcivescovo di Firenze
ore 21
Lectio magistralis
L’umanesimo di Mario Luzi
e la poetica dell’incarnazione
Giuseppe Langella
ore 21.30
Opus florentinum di Mario Luzi
regia di Giancarlo Cauteruccio
composizione vocale e musiche
Hidehiko Hinohara
soprano Monica Benvenuti
con Cristina Borgogni, Patrizia Schiavo,
Massimo Grigò
e Francesco Argirò, Cristina Arnone,
Alessio Martinoli, Flavia Pezzo,
Tommaso Taddei
assistenza alla regia e coordinamento
Massimo Bevilacqua
elementi scenici Loris Giancola
elaborazioni video Alessio Bianciardi
registrazioni e microfonia Marco Cardone
illuminotecnica Lorenzo Bernini
in collaborazione con
Teatro Studio Krypton - Regione Toscana - Fondazione Toscana Spettacolo
Sabato 15 novembre 2014
Panzano in Chianti (Firenze)
Pieve di S. Leolino (via S. Leolino 1)
Seconda sessione – ore 10-12.30
Declinando il segreto della poesia
Presiede i lavori Guglielmina Rogante
Centro di ricerca «Letteratura e cultura dell’Italia Unita», Università Cattolica di Milano
«In che lingua…». Il diagramma della parola poetica tra essere ed esistere
Giancarlo Quiriconi
Ordinario di letteratura italiana moderna e contemporanea presso l’Università «G. d’Annunzio» di Chieti-Pescara
Luzi da scriba a principiante: l’ultima e somma umiltà della poesia
Matteo Munaretto
Dottore di ricerca presso l’Università di Pavia
«Questi erano i patti»: Luzi e il Padre
Massimo Natale
Docente di Letteratura italiana presso l’Università di Verona
Terza sessione – ore 15.30-18
Una vita come testimonianza
Presiede i lavori Carmelo Mezzasalma
La «luce del tramonto è quella dell’aurora»:
dalla via crucis alla via lucis
Paola Baioni
Docente di Letteratura italiana presso l’Università di Torino
La città degli uomini teatro dell’Avvenimento.
La Palermo di santa Rosalia e di don Pino Puglisi
Guglielmina Rogante
Quell’antica amicizia: Mario Specchio
interprete dell’opera di Mario Luzi
Francesco Ricci
Docente di letteratura latina e italiana
presso il liceo «E.S. Piccolomini» di Siena
Le ragioni di un convegno
Da quando l’umanesimo è stato messo a tema dei lavori del prossimo convegno ecclesiale di Firenze (novembre 2015), con il titolo programmatico In Gesù Cristo il nuovo umanesimo, il dibattito sul senso di tale riferimento culturale sembra essersi riacceso. E tanto più di fronte alle profonde trasformazioni antropologiche in atto in un contesto storico e culturale sempre più plurale e contraddittorio. Di quale umanesimo si parla, infatti? Di quello rinascimentale, che ebbe tra i suoi campioni anche Pico della Mirandola, del quale Henri de Lubac ha scritto come di un’“alba incompiuta”? Oppure di quello affermatosi nella modernità e il cui dramma sarebbe proprio quello di essere “ateo”, emancipato da qualsiasi riferimento soprannaturale?
Ecco, allora, l’opportunità, proprio a Firenze, dove – sono parole di Mario Luzi nel suo saluto a papa Giovanni Paolo II in visita alla città, il 18 ottobre 1986 – per primi «si imparò a dire la parola uomo con particolare intenzione», di provare a offrire un contributo di riflessione intorno all’idea di umanesimo. E di farlo a partire dall’eredità poetica e letteraria di Mario Luzi, uno dei grandi protagonisti della tradizione culturale fiorentina. A cento anni dalla nascita, in effetti, e mentre sono molte le iniziative che intendono celebrare questo anniversario, la figura di Mario Luzi (1914-2005) emerge con sempre maggiore spessore nel panorama letterario italiano ed europeo. È stato acutamente affermato che, come per Leopardi, anche per Luzi la poesia è un fiore nel deserto (A. Prete): voce della natura e delle creature che tenta di superare il limite dell’indicibilità, parola che cerca il principio che la fa vibrare. Poesia, dunque, che interroga, rilanciando l’inquietudine della condizione umana che mai si rassegna alla sottomissione e che, pure, si scopre sempre di nuovo sottomessa alla caducità, al ripetersi uguale della natura, alle ferite della storia.
Un confronto che Luzi ha messo a tema in modo più specifico in una delle sue numerose raccolte poetiche, Sotto specie umana (1999) e dove, già nel titolo, siamo posti di fronte all’ambivalenza delle soluzioni: se prendere atto che niente può essere compreso, nella storia come nella natura, se non a partire dalla nostra condizione umana. Oppure, se l’umanità possa trovare senso solo fondendosi e perfino perdendosi nell’assoluto naturale (G. Gramigna).
Così, interrogarsi sull’umanesimo della poesia può significare – attraverso il contributo di alcuni tra i maggiori studiosi dell’opera luziana, e anche rivisitando una delle sue produzioni più legate alla sua città, Opus florentinum, dedicata alla cattedrale di S. Maria del Fiore – tornare a scoprire la poesia come cifra dell’umano: sforzo di portare alla parola, perfino in quella sperimentazione linguistica tanto cara a Luzi, il mistero della vita e così renderla veramente e pienamente umana. Anche in dialogo – ed è una dimensione tutt’altro che secondaria nella sua parabola artistica e umana – con quella ricerca della fede e delle sue ragioni che egli stesso riconosceva, per altro, come una delle voci più alte e illuminate del secolo appena concluso. Poiché, davvero, tra terrestre e celeste, altro non sono gli uomini che «apprendisti eterni / di se medesimi e del cosmo».
«Quale creatività spirituale
a servizio della cultura» / 6
Alla memoria di mons. Cataldo Naro
Informazioni
Opera di Santa Maria del Fiore
Via della Canonica n. 1, 50122 Firenze
tel. 055 2302885 – email a.chiari@operaduomo.firenze.it
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